Spiedo a modo mio

Ho scelto di non avere il forno a microonde in cucina, e lo rimpiango solo per due motivi, anzi tre: scaldare il latte direttamente in tazza e cuocere le patate per fare gli gnocchi, nonché velocizzare entrambe le operazioni. Mi rimprovero sempre di non averlo, perché secondo me, cuocere le patate a secco al microonde è un metodo pratico affinché non assorbano acqua, giacché le patate per gli gnocchi, più asciutte sono, più adatte sono. L’ideale sarebbe il forno tradizionale, ma non lo è per via dei tempi molto più lunghi. Per quanto riguarda il latte, è un’abitudine della quale ho imparato volentieri a farne a  meno.

Il lato giusto della medaglia, però, si congratula con me, ogni volta, per questa ingombrante non presenza. Perché così è, e perché così ho ancora più spazio sul piano di lavoro, e non è poco. Ma, nonostante questa perdonabile mancanza, non desisto e mi organizzo e, per ottimizzare la preparazione del tubero, mi sono munita (abbandonati passapomodoro, schiacciapatate e pentolone) di pentola a pressione e setaccio. La cottura a vapopressione infatti, mi consente di cuocere le patate già sbucciate, evitandomi ustionamenti afoni nel farlo dopo, e di utilizzare pochissima acqua sul fondo della pentola, riducendomi notevolmente i tempi di ebollizione e di cottura. Così, in barba al forno e al microonde, le patate cuociono in fretta ma non s’impregnano d’acqua. Poi, con il buon setaccio, ottengo patate soffici e senza grumi al primo passaggio. Quindi pelare, cuocere e setacciare in 15 minuti è per me, un grande vantaggio.

Giorni fa, rientrando da Eurhop, mi tornavano in mente cibo arrostito e bevande fermentate. Essendo vegetariana, nella due giorni di degustazioni, mi sono tenuta alla larga dai piatti di arrosti e arrosticini, ma ovviamente non dai bicchieri di birra salvandomi, a volte con un nordico brezel, a volte con un più tipico sud tarallino. Appena tornata a casa, e prima ancora di disfare le valigie, vince il richiamo della cucina: un fischio familiare mi avvisa di “svaporare”, gli sbuffi di farina saldano finissima patata, un ortaggio provvidenziale m’illumina e, in men che non si dica, preparo uno spiedo a modo mio. Nell’attesa che il fondo della padella sia a temperatura, dal frigo occhieggia una birra proprio niente male, lo spiedo piano piano da più lati inizia a prendere colore… e il risultato?

Spiedo di gnocchi e zucca arrosto e birra artigianale (Limes di Bruton) e finalmente, evviva,  si mangia!

Pane, trebbie e fantasia

Il tutto parte dallo ‘stappo’ di una Westvleteren 8 comprata in un mio viaggio in Belgio con Kuaska, nel 2015, del quale ho parlato in questo articolo. Appartenendo io alla schiera delle persone che non…

La mixology ‘made in Calabria’ di Cacciola a Londra

È durante l’infanzia che cementiamo in testa i ricordi che ci accompagneranno per tutta la vita. Ricordi fatti di immagini, sapori e profumi. Come quelli di un ragazzo della Piana di Sibari che gioca, aiutando…

Cuddrurieddri, panzerotti e vecchiareddre. Un M(a)st delle feste di Natale.

Dal 7 al 6 non ci siamo, siamo in ferie, ci diamo al ‘panza e crianza’. Inizia così il countdown, seduti a tavola da adesso, per alzarsi il prossimo anno. Dal sette dicembre sera, parte il ‘magna…

Quasi panelle, pomodori e figlie belle.

Adoro il pomodoro. Fresco, polposo, succoso, appena raccolto. In conserva, a pezzi, in salsa, pelato. Cucinato, arrosto, fritto, in pastella. Sott’olio, seccato al sole. Belmonte, costoluto, cuore di bue, ramato, San Marzano. Piennolo, ciliegino, datterino,…

Pane di Jermano
e Madiba Whisky Casked di Lariano

Il cereale Jermanu è stato introdotto, all’incirca nell’anno mille, dai Germani che trovarono un ambiente ideale per la diffusione del frumento sull’altopiano dell’Aspromonte di Canolo (provincia di Reggio Calabria). Dall’essiccazione al sole dei chicchi che vengono…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *