L’abbinamento cibo-birra: la mia esperienza

Questa non è una cronistoria di un passaggio dal vino alla birra ma di un passaggio dal vino al vino ed alla birra. L’evoluzione è nell’arricchimento e no nell’impoverimento.

M’interesso di abbinamento da tempo. Ho iniziato con l’abbinamento cibo-vino, studiando sulla scheda grafica di abbinamento dell’Associazione Italiana Sommelier.

Sin dall’inizio è stato un valido supporto nei miei esperimenti di accostamento.  Una strada maestra, un canovaccio, che permette di muoversi con disinvoltura (almeno apparente), interfacciandomi, al ristorante ad esempio, con il sommelier di turno per trovare insieme una buona soluzione di abbinamento.

Ma non sempre le cose funzionano. Spesso la teoria ti aiuta, a volte ti dice dove non puoi avventurarti: penso ai carciofi crudi, ai sottaceti, al gelato da abbinare al vino.

Poi è arrivata nella mia vita la birra artigianale. Le prime bevute sono state in solitaria, solo birra, all’inglese insomma, per capirle, corteggiarle, prenderci confidenza, divertirsi. Poi inizia a diventare consuetudine aprire il frigo e trovarci 3 o 4 bottiglie (miracolo) che ti guardano e ti chiedono (altro miracolo) “cosa stai mangiando?”, “ma non hai sete?”, “che ne dici di assaggiarmi?”. Allora mi faccio tentare, ad una buona birra non si dice mai di no. Le prime soluzioni sono quelle di confort, quelle che conosco bene e che mi vengono in aiuto dal mondo del vino: birra belga (alcolica, di corpo, dolce, profumata) con piatti strutturati, succulenti e speziati; gose (con tendenza sapida e tendenza acida) con del salame discretamente grasso; una imperial stout (strutturata, piena in bocca, con sentori di caffè e cioccolato su tutti) con un dolce al cucchiaio al cioccolato.

Dove trovo le mie prime difficoltà?

Nel vino il sentore acido è sempre commisurato ad un equilibrio che non può mai uscire fuori con note spiccate, da far strizzare gli occhi per intenderci. Per le birre non è così: una birra acida può essere veramente acida (il lambic su tutti), una birra amara, inoltre, può essere veramente amara (e penso ad alcune  IPA moderne).

Capisco subito che il modello applicato fino ad ora era adatto ad un mondo al quale le birre non appartengono, o ne appartengono in parte. Inizia una nuova avventura, un nuovo modo di accostare i cibi con una bevanda nuova.

Il primo consiglio che leggo sugli abbinamenti con la birra navigando nella rete: l’acido/aspro (quello vero) nel piatto o nel bicchiere si abbina anche con un altrettanto acido/aspro della controparte.

Riflettiamoci su per qualche giorno… 🙂

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