Dal Pollino allo Jonio.
Tutti i profumi della Welcome to Sybaris

Articolo uscito il 20 febbraio 2017 a firma di Giuseppe Salvatore Grosso Ciponte su Cronache delle Calabrie.

Saracena è un piccolo paese della provincia di Cosenza, ai piedi del Pollino. Famoso, per gli amanti del vino, per il Moscato di Saracena, vino preferito da Papa Pio VI. Oggi questo piccolo centro vanta anche un birrificio artigianale, il Birrificio De Alchemia, arroccato in cima al paese, dal quale si gode un invidiabile panorama e dove si produce birra in una ex conceria di famiglia di tre piani alimentato da un impianto solare termico.

Guido, il fratello minore, è il birraio. Ad affiancarlo quotidianamente Biagio che si occupa degli aspetti economici e commerciali dell’azienda. Entrambi vissuti a Milano per studio, è lì che conoscono quello che diventerà il terzo socio, Marco Giangreco.

Ma la loro opera non si è fermata al birrificio. Intorno stanno costruendoci e materializzando idee che spumeggiano nelle loro teste. Prima su tutte un luogo dedicato ad eventi birrari e non solo, “De Alchemia. Birra ed altri rimedi”, dove si organizzano anche incontri d’arte e concerti. Un avamposto  birrario, un’oasi per gli amanti della birra artigianale, al momento aperto solo per eventi, speriamo diventi presto un luogo vissuto quotidianamente, una stazione di sosta che meriterebbe un fuoripista, qualche chilometro di viaggio, per trascorrere un pò di tempo bevendo e parlando delle loro birre. Argomentando su come la Schizophrenic, una Pale Ale, prenda il nome dal fatto che ogni sua produzione subisca una luppolatura diversa che la rende sempre unica nel profilo aromatico. Della Anime, una Belgian Ale beverina e fruttata. O la Cuore di Tenebra, Cascadian Dark Ale, scura, nocciolata, che dà il meglio accostata a dolci con frutta secca, ma anche con una manciata di noci pecan o di macadamia in mano. Oppure la Ma Boheme, Pils appagante e di lunghe bevute.

Ed è osservando dal loro birrificio il mare in lontananza, lo Jonio, superando con lo sguardo la piana fino ad arrivare a Sibari, che a Guido sarà venuto in mente di racchiudere questo bellissimo colpo d’occhio in una bottiglia di birra. Pensando ad un viaggio che, partendo da Saracena, ci conduce nelle risaie della piana, con una puntatina a Rocca Imperiale per i suoi Limoni IGP, fino ad un tuffo nello Jonio per un sapido ristoro. Un paniere di benvenuto per chi arriva a Sibari, una città ricca di secoli di storia e uno dei più importanti centri della Magna Grecia.

Tutto questo è Welcome to Sybaris, una birra da 4.9 gradi alcolici in stile Saison che bilancia la sua secchezza, data anche dal riso, con il sale, che accentua le sue note rinfrescanti con il limone. Una bevuta poco convenzionale, che lascia traccia in bocca anche dopo molti minuti dall’ultimo sorso. Birra scorrevole, spiazzante che si fa capire dopo qualche sorso, come una bella canzone che ha bisogno di qualche ascolto in più, di qualche assaggio in più per farsi comprendere appieno e lasciarci più che soddisfatti. Il naso è speziato e leggermente agrumato, una bella freschezza che non stanca. Assolutamente non invadente la scorza di limone usata a fine bollitura. Il riso è sia il Carnaroli che il Gange, ed è quest’ultimo a dare quella aromaticità tipica, molto delicata al naso, ma che esplode in bocca con note di crosta di pane e di floreale. A completare l’opera un’etichetta d’autore realizzata dal maestro Francesco Gagliardi, una sintesi di secoli di storia, un mondo racchiuso in pochi centimetri quadrati che, come una cartolina, ci porta attraverso il tempo e lo spazio. “Un racconto…una partenza..un viaggio…un sogno…un flusso che tocca la bellezza…accarezza le stelle, si inchina al mare e bacia la luna… Perché il sud è colore!” racconta l’autore.

Ancora una volta ritorna il terroir, il radicare le proprie esperienze al territorio, in un prodotto giovane per la nostra regione, la birra, che ci dà sempre più soddisfazioni, che ci dà l’occasione di parlare di storia e cultura. Regalare una birra come la Welcome to Sybaris è un po’ come mandare una cartolina dalle vacanze, un souvenir da gustare, la cui bottiglia è da conservare.

Saluti dalla Calabria!

 

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