Una Birra Bionda che riscrive la ricetta della Golden Ale

Articolo uscito il 27 febbraio 2017 a firma di Giuseppe Salvatore Grosso Ciponte su Cronache delle Calabrie.

L’Inghilterra non smette mai di stupirci, campioni incontrastati della bevuta lenta di birre ad alta fermentazione, dove la bassa fermentazione, nelle artigianali, è quasi un’eresia.

Patria di vecchi e nuovi stili, di variazioni sul tema, di nascita di birre per esigenze di mercato o, a volte, per contrastare quelle d’oltremanica.

Fra le new entry del mondo brassicolo anglosassone possiamo annoverare la Golden Ale, una birra che nasce per inserirsi in una fascia di mercato all’epoca ancora poco coperta, quella delle birre chiare che non avessero il colore ambrato e la caratteristica nota biscottata/maltata delle Bitter londinesi. Una birra che usa malti che strizzano l’occhio alle basse fermentazioni tedesche, con una bella punta di amaro e aromi speziati. La produzione è relativamente recente, è nata da poche decine di anni. La loro affermazione avviene con una pietra miliare per questo stile, nel 1986, quando il birrificio Golden Hill, per festeggiare la sua millesima cotta, decise di fare una versione diversa della loro Bitter, con soli malti chiari, Pipkin lager malt, e con una decisa luppolatura. La birra venne chiamata Exmoor Gold. Doveva essere one shot, una sola produzione commemorativa, ma piacque così tanto da entrare nella costante linea di produzione del birrificio. Associata generalmente al periodo estivo, più caldo, per la sua capacità dissetante, molti birrifici ne hanno una loro versione e altri sinonimi sono nati per identificarne lo stile: Blonde Ale, per il suo colore chiaro, oppure Summer Ale, per descriverne il carattere beverino. Nasce molto probabilmente per dare una risposta commerciale, dal mondo delle alte fermentazioni, alle chiare birre tedesche che stavano prendendo piede in Inghilterra. Pare addirittura che l’idea fosse proprio quella di fare una lager inglese, idea poi abbandonata per una soluzione più consona al mondo anglosassone: una birra più chiara del solito, ma comunque ale. Ancora una volta storia, tradizione, cultura dentro un bicchiere di birra. Ancora persone fuori dagli schemi, che non si annoiano mai, sempre alla ricerca di nuovi sapori, che inventano e creano nuovi prodotti per dare sempre più continuità allo spettro organolettico del mondo delle birre.

E ancora una volta facciamo un grande salto verso la nostra terra, a Ortomatera di Castrolibero, nel Birrificio Sette Colli, in provincia di Cosenza. A fare gli onori di casa Paolo Corti, il birraio e uno dei soci, che mostra con orgoglio il suo ‘regno’ che colpisce per l’impianto, gli spazi molto comodi e la presenza addirittura di una cella di rifermentazione che non è facile trovare in un microbirrificio. Paolo sperimenta come homebrewer ricette e processi produttivi fra i fornelloni di casa, prima dell’apertura del birrificio nel 2015. Poi il grande salto, passando da pentole da 20 litri a un impianto da 1000 litri. Questo può far paura, ma in fondo il principio è lo stesso, e lo è da 6000 anni a questa parte. Quelle che sono cambiate sono le tecnologie, non le materie prime. E’ qui che si produce una Golden Ale sui generis, e ancora una volta capiamo quanto la birra possa dare spazio a varianti in numero infinito. Parliamo della loro Birra Bionda. Un prodotto che fa un grande viaggio mentale nella testa del birraio, fra l’Inghilterra e la Repubblica Ceca, per poi ritrovarsi nei fermentatori di casa Sette Colli. La birra, da 5.3 gradi alcolici, si presenta con un bel colore dorato, schiuma abbondante, fine e persistente. Al naso presenta subito un evidente e caratteristico odore erbaceo e speziato del luppolo ceco Saaz, poi un floreale e leggero miele. In bocca ben bilanciata, ha un attacco leggermente dolce seguito da un amaro non eccessivo che bilancia e favorisce la bevuta. La bocca a fine sorso rimane pulita e luppolata.

Non mancheremo prossimamente di assaggiare anche le altre due tipologie di birra prodotte: la Birra Bianca, una Blanche, e la Birra Rossa, una Belgian Ale.

Cheers.

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