Il profumo della Canapa per impreziosire una Saison

Articolo uscito il 7 gennaio 2017 a firma di Giuseppe Salvatore Grosso Ciponte su Cronache delle Calabrie.

Anche in Calabria, sulle cartine tematiche, troviamo bandierine spumeggianti ad indicare luoghi dove si produce birra. E dietro ad ogni bandierina troviamo birrai, con la loro storia e le loro esperienze.
La storia che raccontiamo è quella di Gianfranco Blandino, che di birra non ne avrebbe dovuto nemmeno parlare, in un territorio in cui la vigna è il verbo, dove anche i suoi genitori la coltivavano e dove ha sempre visto bere vino. Stiamo parlando del cirotano, zona votata alla produzione dell’antico vino calabrese, pare dato in premio ai vincitori nelle antiche Olimpiadi. Su tutto questo probabilmente Gianfranco ha riflettuto e pensato. Nel momento in cui decideva di intraprendere un’attività autonoma, avrà valutato le difficoltà di entrare in un mercato così competitivo come quello enologico e quindi, da uomo d’affari, ha fatto una scelta che potesse dargli qualche chance in più, per una buona riuscita imprenditoriale. Si sarà chiesto “cosa non si produce nel mio territorio?”. E la risposta è stata “La birra!!”. Un prodotto che sicuramente conosceva bene, avendo girato molto l’Europa e per tanti anni. Una scelta di cui oggi è contento, e anche noi: c’è bisogno di una crescita in numero di birrifici che permetta di fare esperienza per creare un movimento importante.
Il birrificio Blandino ha alle spalle una storia giovane, come quasi tutti nella nostra regione.
Attivo da luglio 2013, oggi produce sette tipologie di birra diverse con un impianto da 600 litri in un locale a Strongoli Marina, provincia di Crotone. L’attività è frutto, come lui tiene a sottolineare, di un totale investimento personale.
Si è spesso riflettuto su come possa un territorio emergere e competere sul mercato con un prodotto che non sia tradizionale del territorio stesso e la conclusione più ovvia è attingere dai prodotti locali, renderli ingredienti peculiari che facciano terroir. Da qualche anno in Calabria si promuove la coltivazione della canapa utile. La canapa rappresenta, a tutti gli effetti, una nuova frontiera per l’agricoltura nel meridione, in quanto i suoi usi più svariati, dal tessile all’edile, dalla produzione di carta all’utilizzo nel settore alimentare, può rappresentare un interessante sbocco occupazionale. Da qui l’idea, alla fine del 2015, di utilizzare questa pianta, parente stretta del luppolo, anch’esso della famiglia delle cannabinacee, nella produzione di una birra. Il terroir, dicevamo, come chiave di volta per un appeal unico in un mercato molto avaro di novità.
Dietro ogni nuovo progetto c’è sempre una nuova ricetta che attinge e si ispira ai tantissimi stili birrari esistenti al mondo, ma puntando sempre lo sguardo alle quattro qualitativamente più grandi nazioni al mondo: Inghilterra, Belgio, Germania e Stati Uniti. Blandino si è ispirato per questa birra al Belgio, usando come base una saison, birra in origine rustica, artigianale, prodotta stagionalmente alla fine dell’inverno dai contadini della Vallonia, regione di lingua francese, per dissetarsi durante i lavori estivi nei campi. Quindi, per il suo uso, doveva essere, per forza di cose, leggera e rinfrescante: basso tasso alcolico, acidula, per la conservazione, spesso con aggiunta di spezie. Ogni fattoria aveva la propria ricetta, così come oggi ogni birrificio ne offre la sua interpretazione. La versione moderna di questa birra nasce nel 1920 nel birrificio Dupont, storico birrificio belga che ancora oggi rappresenta un riferimento per lo stile. Le versioni moderne rimangono spesso caratterizzate da un piacevole slancio nella bevuta, a volte anche acidula, e con sentori di chiodi di garofano, fruttate e speziate.
E allora ritorniamo in Calabria, terra di agricoltori, dove a rinfrescare le gole secche è sempre stato il vino del contadino. Ora c’è anche la possibilità di scegliere una buona birra, una saison appunto. Sarebbe bello, passeggiare per i campi e trovare un lavoratore fare una pausa corroborante con un buon bicchiere di saison in mano, magari prodotta anche con i frutti del proprio lavoro. In questo romantico sogno può aiutarci il Birrificio Blandino, che ci permette di incorniciare questo quadro e poterlo rendere potenzialmente reale grazie alla sua birra, la Futura. Il grano, Senatore Cappelli, e l’avena utilizzati sono della provincia di Crotone, la canapa utile, di cui sono state utilizzate le infiorescenze, è spesso calabrese o comunque meridionale.
Quindi la ricetta vincente sta nel reinventare, reinterpretare stili noti e famosi nel mondo in funzione del nostro territorio ottenendo, in questo caso, una birra di 6.4 gradi alcolici, dalla schiuma abbondante, compatta e persistente, dal colore bianco avorio. Con profumi di speziatura di pepe, erba, sentore citrico e nota fruttata di banana, mela verde. In bocca dolce, con l’arrivo, sul finale, di un buon amaro di sottofondo chiaramente erbaceo, con una interessante nota di canapa. Una buona bevuta.
Chissà cosa ne penserebbe un contadino calabrese.

 

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